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Non nutrire il tumore

Possiamo scegliere la via della prevenzione

La dieta svolge un ruolo fondamentale sul livello infiammatorio dei nostri tessuti.
Le malattie infiammatorie croniche predispongono allo sviluppo del cancro
.”

Dott. Franco Berrino

E’ noto, fin dal secolo scorso, che le cellule tumorali si nutrono di glucosio.
Alcuni medici continuano a sostenere: “Ma cosa c’entra lo zucchero o l’alimentazione con il cancro o con le malattie in genere?”

Purtroppo, l’informazione popolare, come anche quella dei medici (non avendo un background in campo alimentare) si basa sulla disinformazione mediatica, a sua volta pilotata dall’industria alimentare.
Tra le altre, anche expo, che si prefiggeva di nutrire il Pianeta (qualcosa comunque ha nutrito!) aveva organizzato un incontro (28 settembre 2015) sul tema “Lo zucchero: un ingrediente fondamentale e valido nutriente per una dieta sana e bilanciata“.
Tale propaganda si è resa necessaria a causa di un calo nella produzione e consumo di zucchero. Qualcosa bisognava fare. E si è pensato bene di promuovere come principale nutriente un alimento dietro il quale
si nascondono le cause principali di molte patologie, tra cui i tumori.

“Mangiare senza giudizio quando si è sani, significa costruire la propria malattia.
Mangiare senza giudizio quando si è ammalati, significa nutrire la propria malattia.”
Ippocrate (400 a.C.)
Lo zucchero qualcosa nutre. Ma non certamente il Pianeta, tanto meno la nostra salute.
 
Nel 1931, un certo Otto Heinrich Warburg vinse il premio Nobel per la medicina per aver individuato uno strano meccanismo che riguardava le nostre cellule. Warburg si rese conto che mettendo a confronto una cellula sana ed una cancerosa, quest’ultima consuma più velocemente lo zucchero, di una sana.
 

 Ci spiega il Prof. Franco Berrino (medico epidemiologo, già direttore del Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva dell’Istituto dei Tumori di Milano):

le cellule tumorali per vivere hanno bisogno di quasi 20 volte più glucosio che le cellule normali”. Inoltre: “non lo utilizzano completamente, lo dividono in due, producono due unità di energia, e non completano la combustione del glucosio, che produrrebbe 36 unità di energia. Quindi ne producono due invece che 36, e quindi ne hanno bisogno di molto di più”.

Non è un caso che la PET sfrutti proprio questo principio: infatti questo sistema di diagnosi non fa altro che rilevare le zone del corpo dove c’è un maggiore consumo di zuccheri per individuare le cellule tumorali.

E se possiamo utilizzare questa conoscenza per un sistema di diagnosi, perché non usarla per la prevenzione 

Le cellule tumorali, per crescere, hanno bisogno di molto zucchero (la glicemia, ovvero livello di glucosio nel sangue, è uno dei principali fattori di stimolazione delle cellule tumorali), di molta insulina e di ormoni simili a essa (come l’insulin-like growth factor 1 o Igf1).

Glicemia, insulina, livelli di infiammazione, fattori di crescita. “Si tratta di fattori che con diversi meccanismi stimolano la proliferazione cellulare” riporta Franco Berrino, nel documento I 4 Pilastri alimentari nelle recidive del cancro.

Quindi, attenzione a zucchero, farine raffinate (00 e 0), pane bianco, dolciumi commerciali, patate, riso banco, fiocchi di mais: fanno aumentare la glicemia. Tenere bassa la glicemia, aiuta a tener bassa l’insulina, e quindi i fattori di crescita.

Attenzione anche al latte (anche scremato) che fa aumentare l’insulina, ai cibi ad alto contenuto di grassi saturi (salumi, carni rosse, formaggi). Anche un eccesso di fruttosio nella dieta interferisce con il buon funzionamento dell’insulina, favorendo l’incremento dei fattori di crescita: sarebbe bene, quindi evitare fruttosio, sciroppo di glucosio fruttosio, sciroppo di agave.

E’ prudente, inoltre, anche non esagerare con la frutta, specie quella molto zuccherina (in particolare se vi è una patologia tumorale in atto). E’ importante abituarsi a sapori meno dolci, mangiando regolarmente cereali integrali, meglio se associati a legumi, verdure, semi e frutti oleaginosi (per ridurre ulteriormente l’impatto glicemico).

Le proteine sono importanti: sono il materiale per costruire il corpo, le cellule. “Ma quando si assumono troppe proteine“,  chiarisce Franco Berrino, “i fattori di crescita nel nostro sangue sono più alti, e chi ha questi fattori di crescita più alti, si ammala di più di cancro”.

Per questo si raccomanda un uso moderato di proteine, privilegiando quelle di origine vegetale, come ad esempio i legumi.

 

Anche il latte fa aumentare i fattori di crescita. “Ogni bicchiere di latte di mucca raddoppia la quantità dell’ormone IGF-1 (uno dei più importanti fattori di crescita) nel corpo umano, sostanza che sostiene l’aumento di dimensioni del cancro” riporta Robert Cohen, nel suo libro Milk, A-Z.

Sarebbe prudente non esagerare con l’assunzione di antiossidanti, per esempio attraverso il consumo di estratti di frutta e verdura.

Come ci suggerisce il Prof. Franco Berrino:

“Possiamo cambiare l’alimentazione al fine di cambiare il nostro ambiente interno, in modo che le eventuali cellule tumorali non si riproducano”.

Il Dott. Berrino, al fine di diffondere la cultura della prevenzione e condividere le conoscenze che ha sviluppato nel corso della sua vita professionale, ha fondato, ha fondato l’associazione La Grande Via.

Le raccomandazioni ci vengono dal Fondo Mondiale per la ricerca sul cancro: basiamo la nostra alimentazione prevalentemente su cibi di provenienza vegetale, con cereali non industrialmente raffinati, verdure (non amidacee, quindi non le patate!) – meglio se di stagione -, un po’ di legumi e un po’ di frutta (meglio se di stagione e del nostro clima!).

Ecco che possiamo scegliere la Via della Prevenzione…. possiamo scegliere di non nutrire la malattia, conservando la salute.

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